lunedì 20 giugno 2011

21 giugno, l’estate ha inizio

21 giugno, l’estate ha inizio: lo dice Apollo, che ferma il suo carro di fuoco al punto più lontano dall’equatore. Il solstizio d’estate: tra astronomia, riti antichi e festeggiamenti nostrani.Il solstizio in astronomia è definito come il momento in cui il sole raggiunge, nel suo moto apparente lungo l'eclittica, il punto di declinazione massima o minima. Spiegando ai profani, il 21 giugno il sole si ferma nel punto più lontano dall’equatore, lo Zenit, decretando il giorno dell’anno in cui la luce dura di più, insieme al 21 dicembre, solstizio d’inverno e giorno dedicato a Santa Lucia, definita la protettrice degli occhi, appunto per il nesso pagano instaurato fra la luminosità e il senso della vista.
 Solis statio: fermata, arresto del sole, un mito per molte civiltà, a partire da quella greca che credeva nel dio Apollo e nel suo carro che avanzava volante per i cieli illuminando il mondo. Apollo, ovvero il sole, il 21 giugno arresta il suo moto per poi invertirlo; un evento che ha dato vita a numerose credenze, rievocate anche oggi in tutto il mondo. Una delle più famose è quella di Stonehenge, in Gran Bretanga, dove sopravvivono gli imponenti ruderi di un tempio druidico: due cerchi concentrici di monoliti che raggiungono le 50 tonnellate. L'asse del monumento è orientato astronomicamente, con un viale di accesso al cui centro si erge un macigno detto "pietra del calcagno". Al solstizio d'estate il sole si alza sopra di questa e la credenza vuole che alcune combinazioni tra i macigni permettessero di prevedere le maree e le eclissi di Luna e di Sole secondo un ciclo di 56 anni. Stonhenge, insomma, sarebbe non solo un tempio, ma anche un calendario, un osservatorio e una calcolatrice. Ragion per cui il 21 giugno amanti dell’astronomia, della magia ma anche migliaia di giovani si riuniscono qui per rievocare gli antichi riti druidi.
Stonehenge è un chromlec, un complesso megalitico (dal greco mégas “grande” e lithos “pietra”) che si trova presso Salisbury, in Gran Bretagna. È costituito da dolmen (da tol “tavola” e men “pietra”), elementari strutture architettoniche costituite da due o più sostegni verticali su cui poggia una grande lastra piatta.
Secondo la leggenda, fu il famosissimo mago Merlino ad erigere Stonehenge per servirsene come “osservatorio delle sette porte e delle sette finestre”. Sembra sia riuscito a trasportare fin lì pesanti massi, prelevati in Irlanda dal “posto dove ballano i giganti”, grazie all’aiuto di forze magiche. Oggi si sa che Stonehenge è molto più antico del mago Merlino: è stato realizzato in più fasi e la più antica risale al 2800 a.C. I suoi massi provengono da una cava sulla costa occidentale del Galles, a circa 380 chilometri di distanza di strada carrabile dal luogo in cui fu eretto Stonehenge. Nessuno, infatti, è ancora riuscito a spiegare come uomini dell’età della pietra abbiamo potuto trasportare un carico così grande.
Esperti geomantici hanno definito questo posto “ombelico geomantico dell’Inghilterra”, poiché effettivamente sorgeva all’incrocio di tre antichissime “vie reali” inglesi: la Harroway, la South Down Ridgeway e la Icknield Way, strade esistenti da prima dell’arrivo dei Romani e che attraversano il paese da Nord a Sud e da Ovest a Est. Alcuni archeologi suppongono che Stonehenge fosse un luogo centrale di culto dove i fedeli affluivano in occasione delle feste durante le quali erano celebrati i misteri. Tali solennità erano presiedute da una dinastia di alti sacerdoti o di arcidruidi, di cui l’ultimo rappresentante pare sia stato appunto il mago Merlino.
Quando l’astronomo Gerard Hawkins analizzò la costruzione dal punto di vista astronomico, scoprì che l’intero complesso non è altro che un gigantesco computer astronomico preistorico, che consentiva ai nostri antenati di fare complicati calcoli celesti (per sapere ad esempio dove si trovavano le stelle fisse, le date più importanti, nel corso dell’anno, della loro posizione rispetto allo Zenith, la posizione della Luna e del Sole); essi avevano escogitato perfino un sofisticato sistema di linee di collegamento fra sassi e tumuli funerari, che consentiva loro di prevedere le eclissi di Sole e Luna.
A giudizio del filosofo e geomante John Mitchell Stonehenge non è solo un tempio del Sole e della Luna, ma è un “Modello dell’Universo”. Nel solstizio d’estate, effettivamente, mettendosi al centro del cerchio di pietre, il sole appare sopra lo “Heelstone” (la pietra del sole, dal celtico heol “sole”), un megalitico collocato fuori dalla costruzione che consente, avanzando lungo l’asse del tempio, di penetrare nel santuario interno. Con questo “ingresso”, forse inteso a quei tempi come “trizio femminile”, avvenivano le “nozze sacre” fra il Cielo e la Terra. Da questa unione nascevano energie che, irradiandosi lungo le ley lines, che sono le vie percorse dalle energie della Terra, giungevano in ogni parte del mondo, rinnovandone la fecondità.
Dice il professor Atkinson che, qualunque cosa sia stato un tempo, “Stonehenge è principalmente un tempio, quindi una struttura in cui gli uomini di allora riuscivano a mettersi in contatto e a comunicare con esseri o forze extraterrestri”. Indipendentemente dal modo in cui il professor Atkinson è giunto a questa convinzione, sorprende che, proprio nel cielo sovrastante il cerchio di pietre, vengano tanto spesso avvistate misteriose luci e dischi luminosi.
In Italia, la fede cristiana si è mischiata a quella pagana: si festeggia, infatti, tra i 21 e il 24 giugno il triduo a San Giovanni Battista, una celebrazione legata intimamente alle credenze pagane, pre-cristiane, ed al periodo della raccolta delle piante e delle erbe da usare nelle operazioni magiche. In molte zone d'Italia ancora oggi si svolgono riti e feste di origine pagana, che la Chiesa ha cercato di cancellare, non riuscendoci completamente, perché tali credenze sono radicate nelle usanze popolari. Così oggi, nella festa di San Giovanni, si svolgono delle celebrazioni con questa strana mescolanza di elementi sacri e profani. Si arriverà, nella notte tra il 23 e il 24 giugno all’usanza di bruciare le vecchie erbe nei falò e andare alla raccolta delle nuove oltre che mettere in atto diversi tipi di pratiche per conoscere il futuro perchè, come dice il detto, " San Giovanni non vuole inganni".

Nessun commento:

Posta un commento