domenica 25 settembre 2011

Ad Orsara set del film "Effetto paradosso"

Paradossi, luci, colori di Carlo Fenizi. Il regista foggiano gira in queste settimane a Orsara di Puglia gli esterni di “Effetto Paradosso”, sua opera seconda, una commedia d´ispirazione fiabesca interpretata, fra gli altri, da Julieta Marocco e Cloris Brosca.

Sono la magia e il fascino ruvido e multiforme di Orsara di Puglia il set nel quale è ambientato Effetto Paradosso, opera seconda del foggiano Carlo Fenizi, che proprio nella sua terra ha deciso di realizzare questo film che racchiude in sé diversi elementi riuniti da un´ispirazione comune.
Dopo “La luce dell’ombra”, girato in Spagna, il regista ventiseienne fa ritorno in patria, per raccontare una storia percorsa da colori, sole e luci accecanti, tanto quanto nel suo film d’esordio si respirava, invece, soprattutto un’atmosfera ombrosa.
Dopo una laurea in cinema e una specializzazione in Letteratura e Lingua a Roma, per Fenizi la regia è stata una sorta di sbocco naturale della sua predisposizione d´artista, visto che la passione per la macchina da presa ce l’ha sin da bambino, accompagnata da un buon bagaglio di esperienze come autore di corti, video, documentari e lavori teatrali.
Carlo Fenizi, in queste settimane a Orsara di Puglia per girare gli esterni di “Effetto Paradosso” (gli interni sono stati già girati a Foggia), parla con entusiasmo del suo secondo lungometraggio, ma anche di sé, della voglia di misurarsi con la regia tenendosi alla larga dagli stereotipi che spesso circondano le scelte artistiche, nella consapevolezza degli ostacoli da affrontare, soprattutto nell’attuale panorama del cinema italiano, fatto di luci e ombre, proprio quelle evocate dalla sua opera prima.

Perché “Effetto Paradosso”?
Il titolo spiega molte cose del film. In realtà, l’effetto paradosso è un effetto collaterale che possono dare gli psicofarmaci, nel senso che potrebbe accadere che un ansiolitico ingeneri nel paziente l’ansia che dovrebbe curare. Questa, naturalmente, è la metafora su cui si fonda la trama del film, che è una commedia colorata e luminosa, molto dinamica.

Questa volta, a differenza che per “La luce dell’ombra”, il suo primo film, ha deciso di girare in Italia, anzi, nella sua regione, la Puglia, come mai?
Questo mio arrivo al Sud è molto importante, innanzitutto perché voglio raccontare un meridione diverso, lontano dagli stereotipi, che sia in linea con la connotazione fiabesca e fuori dalla realtà del film. Poi, c’era la mia necessità interiore di raccontare ciò che ho vissuto nella mia terra. Fra l’altro, ho avuto anche una piacevole sorpresa: la scoperta di maestranze locali davvero eccellenti che hanno preso parte alla lavorazione del film.

La location di Orsara di Puglia rispondeva alle sue necessità e alle sue scelte estetiche o è stata una scelta casuale?
Sì, Orsara ha tutte le caratteristiche di un villaggio di fiaba, quasi fuori dal mondo, per non parlare dell’accoglienza straordinaria riservata a tutti noi dalla sua popolazione.

Quali difficoltà incontra, oggi, in Italia, un regista giovane, che vuole misurarsi con questo mestiere?
Le difficoltà sono in primo luogo legate al dover necessariamente rispondere a parametri standard, vale a dire agli agganci con i grossi nomi del settore. Ma un ruolo di primissimo piano lo rivestono anche le difficoltà legate ai fattori economici, cioè al reperimento delle risorse con cui girare un film. Nel mio caso, sono già stato molto fortunato ad avere una casa di produzione, la CPM di Firenze, con la quale sono stati presi accordi preventivi anche sulla distribuzione del film una volta terminato.

Si deve studiare per diventare regista, per lavorare nel mondo dell´arte e dello spettacolo, o conta di più l´esperienza sul campo?
Nonostante la mia laurea, i miei studi teorici della materia, la mia vera scuola sono l’esperienza e la pratica che sto maturando in questi anni, e credo che sia così per tutti. Certo studiare letteratura, storia, storia dell’arte, geografia mi è stato molto utile, ma la tecnica la imparo e la affino utilizzandola giorno dopo giorno.

La regia: un sogno da inseguire, una passione, una scelta ponderata?
Posso dire che si tratta, per me, di una vera e propria ossessione, che mi perseguita davvero sin da bambino. Un amore incontrollato per questa espressione artistica multiforme e dalle straordinarie possibilità.

Ha senso oggi parlare di maestri, di modelli? Quali sono i suoi, se li ha?
Senz’altro, pur non avendo avuto la possibilità di conoscerli personalmente, i miei punti di riferimento artistici sono Bunuel e Fellini, per la cifra visionaria del loro cinema, che è anche la mia.

Che cosa manca al cinema italiano di oggi?
Secondo me manca la connotazione fiabesca, ironica e anche sperimentale del fare film, che il cinema italiano aveva, per esempio, negli anni Ottanta.

Lei definisce il suo “Effetto Para-dosso” una commedia. Che ne è della commedia italiana?
La commedia italiana, attualmente, si ispira troppo alla televisione, quindi risente non poco dell’appiattimento del linguaggio e delle scelte estetiche tipiche di quel mezzo. Credo che le forme di comunicazione debbano attenersi a criteri di qualità, e la televisione italiana, oggi, nella maggior parte dei casi, ne è abbastanza lontana.

Quali giovani registi italiani stima?
Alessandro Piva, Sergio Rubini.

Ha citato due pugliesi, un caso?
Non credo, piuttosto mi sembra che da qualche tempo stiamo vivendo una sorta di incantesimo pugliese di cui non so spiegare nemmeno in maniera definita le ragioni. Forse il fermento e gli stimoli che, da qualche anno a questa parte, si respirano in Puglia sono dovuti alla sua vicinanza, in qualche modo evocativa, con la Grecia.

Torniamo a Effetto Paradosso, nel cast figura la stessa protagonista de “La luce dell’Ombra”, Julieta Marocco, accanto a Cloris Brosca e a Konrad Iarussi.
Sì, la Marocco è una specie di musa ispiratrice per me, soprattutto per quanto riguarda la costruzione del personaggio, un’attrice che spazia con disinvoltura dal teatro al cinema, molto attiva nel suo paese, la Spagna. Cloris Brosca, invece, mi colpisce sempre per la sua intensità, nonostante il successo glielo abbia dato la televisione, dove era la zingara in un noto programma di Raiuno. Mentre il protagonista maschile del film, Konrad Iarussi, è un musicista e cantante prestato al cinema. Del cast fanno parte anche una brava attrice marchigiana, Alina Mancuso, e molti attori e attrici pugliesi, anche foggiani.

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